La Meditazione, una volta che abbiamo adottato la giusta mentalità e ne abbiamo fatto un’abitudine, entra a far parte delle nostre vite in modo naturale, e meditare ci viene facile e immediato.
Tuttavia, per alcune persone, gli inizi non sono così semplici: riuscire a mettere da parte ansie e pensieri per concentrarsi completamente sulla nostra mente e il momento presente non sempre è così immediato.
In questo articolo vogliamo darvi qualche consiglio su come approcciarsi al meglio alla Meditazione e riuscire a trovare la giusta concentrazione, soprattutto se si sta iniziando.
La posizione giusta è quella più comoda per te
La classica posizione del loto non è necessariamente quella che fa per voi: per riuscire a concentrarci sulla mente, occorre che prima di tutto il corpo sia a proprio agio.
Per questo, per iniziare a meditare, ci si può sedere su un divano, un cuscino o un tappeto, in un posto dove possiamo appoggiare la schiena.
Ovunque ci posizioniamo, è molto importante tenere la schiena dritta per fare in modo che l’aria possa circolare fluidamente nel nostro corpo. Se questa posizione ci provoca dolore alla schiena, è possibile acquistare dei cuscini rigidi specifici per la meditazione, che ci aiuteranno a mantenere la posizione corretta senza provare dolore.

Congiungere lievemente pollice e indice è consigliato per aiutarci nei momenti in cui la mente comincia a divagare: quando sentiamo di stare perdendo la concentrazione, una leggera pressione delle dita ci può aiutare a riportare la concentrazione sul corpo e il Respiro.
Diverse scuole di pensiero consigliano diverse posizioni per Meditare, ma per iniziare è utile prediligere il proprio comfort, adattandosi eventualmente in maniera graduale alla posizione ottimale consigliata nella teoria.
Partire dal Respiro
Focalizzarci sul respiro è il principio alla base della Meditazione. Nel quotidiano, respiriamo in modo superficiale e spesso frenetico, senza mai rilasciare del tutto l’aria nel nostro corpo e allentare la tensione.
Per questo, nell’atto del meditare, è necessario impegnarsi per respirare profondamente e nel modo corretto: l’atto di respirazione dovrebbe essere infatti eseguito con il diaframma, in maniera più profonda di quanto avviene nel quotidiano. L’espirazione, invece, dovrebbe avvenire in modo passivo.
Per iniziare, contare i respiri (a respiro completo) può essere un buon modo per non “perderci” nei nostri pensieri e mantenere la nostra attenzione sulle azioni basilari dell’inspirazione ed espirazione.
Un altro trucco per respirare meglio è tenere la lingua contro il palato: ci aiuta a evitare la formazione eccessiva di saliva, permettendo all’aria a fluire liberamente.

Rilassare il corpo gradualmente
Non serve pretendere che il nostro corpo si rilassi del tutto immediatamente: procedere gradualmente, zona per zona, ci aiuterà a concentrarci su tutte le sensazioni che stiamo provando in quel momento.
Si può partire dalla testa, dai piedi o da qualunque parte preferiamo, e procedere poi concentrandosi sulle sensazioni che stiamo provando, sul sangue che scorre, l’ossigeno che pervade il nostro corpo. Una volta che sentiamo di aver rilassato l’area in questione, e la percepiamo nell’interezza delle sue sensazioni, possiamo passare alla successiva.
Evitare che i pensieri ci sovrastino
Come detto sopra, contare i respiri può essere un buon modo per mantenere l’attenzione ben salda sul qui ed ora della Meditazione le prime volte che la pratichiamo.
Anche chiudere gli occhi, soprattutto per l’inizio, è fortemente consigliato: diversamente, sarà facile distrarsi a osservare gli oggetti nello spazio intorno a noi e cominciare a vagare con lo sguardo, oltre che con la mente.
Quando un pensiero che ci distrae dalla pratica della Meditazione sopraggiunge è utile identificarlo, capire da dove viene e perché, senza giudicarlo, e poi lasciarlo andare via dalla nostra mente rimandando la sua elaborazione ad un altro momento.
La Meditazione non ha la pretesa di annullare i pensieri, ma semplicemente riuscire, per il tempo che vi dedichiamo, a lasciarli scorrere e osservarli senza viverli e doverli per forza giudicare.